“Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio”
All'età di 12 anni, Gesù resta a Gerusalemme. Non sapendolo, i genitori lo cercano con ansia e non lo trovano. Lo cercano “fra i parenti”, lo cercano “nella carovana”, lo cercano “fra i conoscenti”, ma fra tutti questi non lo trovano... Il mio Gesù non vuole essere trovato nella folla.
Senti dunque dove l'hanno trovato... perché anche tu possa trovarlo: “A forza di cercarlo, lo trovarono nel Tempio”. Non in un posto qualsiasi, ma “nel Tempio”, e non semplicemente nel Tempio, ma “seduto in mezzo ai dottori, mentre li ascoltava e li interrogava”. Anche tu, cerca Gesù nel tempio di Dio, cercalo nella Chiesa, cercalo presso i maestri che si trovano nel tempio e non ne escono. Se cerchi in questo modo, lo troverai...
Lo trovano “seduto in mezzo ai dottori, mentre li ascoltava e li interrogava”. Ancora adesso Gesù è lì; ci interroga e ci ascolta parlare. “Tutti erano pieni di stupore” dice Luca. Cos'è che li stupiva? Non tanto le sue domande, che pure erano mirabili, ma le sue risposte... “Mosè parlava – dice la Scrittura - e Dio gli rispondeva con voce di tuono” (Es 19,19). Così il Signore insegnò a Mosé ciò che non sapeva. Gesù interroga, Gesù risponde..., e per quanto sono mirabili le domande, le risposte sono ancor più mirabili.
Perché anche noi possiamo sentirlo e ci faccia delle domande a cui lui stesso risponderà, supplichiamolo, facciamo il grande e doloroso sforzo di cercarlo, e potremo allora trovare chi cerchiamo. Non è senza motivo che la Scrittura dice: “Tuo padre ed io, angosciati, ti cercavamo”. Occorre infatti che chi cerca Gesù non lo faccia con negligenza e mollezza, senza costanza, come fanno alcuni... e che, per questo, non lo trovano. Quanto a noi, diciamo: “Con angoscia ti cerchiamo”.
Origene (ca 185-253), sacerdote e teologo, Omelie sul Vangelo di Luca, n° 18; SC 87
Eugène Burnand, Pietro e Giovanni accorrono al sepolcro la mattina della Resurrezione.
Maria e Giuseppe, come Pietro e Giovanni, si misero a cercarlo con ansia ed affanno. Anche noi diciamo: “Con angoscia ti cerchiamo”.
In questo dipinto, Pietro e Giovanni corrono al sepolcro la mattina della Resurrezione: i volti segnati da un estremo realismo pittorico esprimono sentimenti diversi; Giovanni, la fede, trepida con lo sguardo e le mani e spera, è fiducioso: era sotto la croce di Gesù.
Pietro è drammaticamente segnato in volto, quasi a consegnarci le sue ansie, le sue paure, il tormento di aver rinnegato il Mestro...
Grande opera di un pittore svizzero vissuto a cavallo tra l'Ottocento e il Novecento, Eugéne Burnand (1898, museo d'Orsy).
Significativo il vento, che qui non sembra ancora soffio dello Spirito (non è Pentecoste), ma un turbine, un vortice, che scuote capelli, corpo e cuore.