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Un codice dell’educazione dei figli
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Parrocchia San Marco Vecchio

Un codice dell’educazione dei figli
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Un codice dell’educazione dei figli

 

1. Non date, genitori, al vostro bambino tutto quello che chiede, altrimenti egli potrebbe crescere nella convinzione che il mondo lo debba mantenere. Per un ragazzo le più grandi disgrazie del mondo sono, soprattutto, due: non avere nulla ed avere tutto entro i 20 anni. «Il bambino non è un vaso da riempire, ma una lampada da accendere».

2. Non fate quello che il bambino può fare da sé per non abituarlo a scaricare sugli altri le responsabilità della vita familiare e sociale.

3. Non litigare mai in sua presenza. Se una casa non è accogliente egli preferirà starsene fuori.

4. Se impara e ripete qualche parolaccia non ridetene: potrebbe credere di essere simpatico, divertente ogni qual volta apre la bocca. E’ la parola che ci distingue dagli animali veri e da quelli umani.

5. Siate sempre solidali nelle decisioni che dovete prendere nei riguardi del vostro figlio; se vi vede disuniti egli entrerà fra di voi due come vincitore, appoggiandosi ora all’uno ora all’altro come fanno i partiti minori.

6. Non aspettate che abbia 18 anni per parlargli di Dio come non aspettereste nessun minuto di tempo se doveste firmare per lui un documento di ricevuta per una grossa eredità e come non aspettate l’età adulta per mandarlo a scuola. L’amicizia con il Signore è il desiderio di tutti i bambini, nei cui occhi sembra ancora riflesso il cielo, da dove sono venuti come dono di amore.

7. Cercate di dar loro il buon esempio, a due. La testimonianza è vera - dice il Vangelo - se vi sono due testimoni (cf Gv 8,17). «Devi essere e comportarti come Gesù Bambino - dissero dei genitori al proprio piccolo!». «Si - rispose il figliolo: ma quando voi sarete come Giuseppe e Maria». Quando si incomincia ad amare si smette di parlare: si agisce, si dà testimonianza.

8. Se il vostro figlio commette qualche sbaglio non umiliatelo, ma incoraggiatelo a fare meglio in avvenire. La vita di un ragazzo che agisce e lotta per dominare il suo destino è sempre un capolavoro.

9. Anche se il vostro piccolo è refrattario, impertinente, cattivo: non disperate. In ogni ragazzo anche il più disgraziato, ci sono potenti energie di bontà e di virtù. «Non ci sono ragazzi veramente cattivi; ci sono ragazzi difficili» (Padre Flanagan). Ogni gesto di comprensione, di amore sacrificato, di intuito, di vera amicizia con lui può far sorgere un nuovo orientamento di luce e di promesse.

10. Mantenetevi, genitori, dinanzi al figlio sempre sereni e amici di Dio, facendo trasparire al vostro tesoro che Cristo è artefice ed artista di ogni liberazione. Scrive Santa Caterina da Siena (1347-1380): «L’Agnello immacolato fece offerta di sé medesimo alla obbrobriosa morte della santissima croce per rendere la libertà all’uomo ... Egli, con la sua morte, ci ha dato la vita; sostenendo obbrobri e vituperi ci ha restituito l’onore e ci ha sciolti dal legame del peccato mediante le sue mani confitte nella croce ... I chiodi sono diventati chiave che ci ha disserrata la vita eterna e giocando con la morte sulla croce Gesù ha pacificato l’uomo con Dio, nella libertà dello Spirito» (Cf Lettere, 28; 97; 18-4; cf Discorso di Giovanni Paolo II, 14-9-1980).

 

Don Marino Gobbin.


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«Il bambino non è un vaso da riempire, ma una lampada da accendere».